Alleanza Democratica è un giornale telematico che nasce con pochi mezzi ma con l’ambizione di rappresentare una grande novità nella metodologia del fare informazione.
Una novità che, però, ha le propri radici negli anni più brillanti del giornalismo italiano, in quegli anni ’60 in cui un settimanale si affermò come un punto di riferimento per la pubblica opinione con lo slogan “i fatti separati dalle opinioni”.
Quello slogan che caratterizzò un’epoca e divenne la cifra del giornalismo di qualità nel nostro Paese è, oggi, solo un lontano ricordo. Oggi i fatti non esistono più. Esistono solo opinioni contrabbandate da fatti realmente accaduti.
Una involuzione che si intreccia ed è concausa del declino della stampa italiana che appare sempre meno capace di intercettare la domanda di informazione presente nella società.
La crisi dei giornali è alimentata sicuramente dalla comparsa di una informazione alternativa che passa attraverso i social e attraverso internet, ma trae origine soprattutto dalla perdita di autorevolezza che colpisce indiscriminatamente giornalisti e editori.
La credibilità della stampa è un problema grave che riguarda non solo le categorie interessate ma tutta la società.
La stampa non è un qualunque settore produttivo. Quando perde credibilità, viene fortemente indebolito il ruolo di garanzia del “quarto potere” che è un elemento essenziale per gli equilibri democratici.
Cosa ancora più grave, una tale involuzione avviene al tempi di internet, quando le fake news, che prima erano confinate ai bar di paese, sono diventate un fenomeno globale che può provocare danni gravissimi sul piano politico, su quello economico e su quello sociale. Fenomeno, per il quale molti organi di stampa hanno responsabilità almeno pari rispetto ai social e alla rete.
Se ne sono avuti esempi preclari con la lotta contro la pandemia e con la campagna vaccinale, pesantemente penalizzate dalle campagne di disinformazione che hanno coinvolto i social ma anche i giornali.
E, cosa paradossale, la gravità della situazione è percepita più che dalla carta stampata, alla ricerca, a qualunque prezzo, di nuovi lettori, dai grandi network che, in assenza di principi universalmente riconosciuti, hanno tentato di autoregolamentarsi, stabilendo una serie di canoni di comportamento e prendendo decisioni coraggiose e discusse, come il bando di Trump da tutti i social più importanti.
È ormai evidente che la battaglia contro le fake news e contro la pseudo-informazione è molto più difficile proprio perché i giornali non sono immuni dalla diffusione di notizie false o, comunque, esagerate, sparate a tutta pagina pur di attirare l’attenzione dei lettori e guadagnare qualche punticino nelle statistiche delle copie vendute e dei visitatori on line.
Il che, purtroppo, significa che non esiste una informazione certificata da contrapporre alle invenzioni e alle fantasie che circolano sulla rete.
Si aggiunga che anche sul piano teorico non è facile trovare una soluzione equilibrata, in quanto la libertà di espressione e di stampa è uno dei pilastri della democrazia. Però, appare ormai un dato acquisito che la libertà di manifestare il proprio pensiero ha il suo primo nemico proprio nell’abuso di tale diritto che finisce con il minare il rapporto fra giornali e opinione pubblica.
Un ruolo cruciale spetterebbe, a nostro avviso, all’Ordine dei Giornalisti che dovrebbe rivendicare una funzione di garante della informazione corretta a tutela dei lettori e della collettività. A tal fine potrebbe promuovere un codice di autoregolamentazione che fissi dei principi minimi di riferimento a cui l’informazione giornalistica dovrebbe ispirarsi. Avere dei parametri di qualità sarebbe, tra l’altro, un elemento di distinzione rispetto alla informazione spontanea sulla rete e sui social e potrebbe avviare un processo di recupero di una rinnovata credibilità del settore.
Alleanza democratica, ovviamente, può evidenziare il problema ma non può risolverlo.
È doveroso, però, per noi come per tutti, fare la nostra parte mettendo a disposizione dei lettori e di quanti vorranno dare il proprio contributo di idee una tribuna libera sui temi che interessano i cittadini: lavoro, sanità, giustizia sociale, fisco, coesione sociale e territoriale, sviluppo economico. Una tribuna dalla quale, però, saranno bandite le notizie false e tendenziose e quelle diffamatorie a buon mercato dei leoni da tastiera e dei professionisti della denigrazione.
In tale contesto, ci impegniamo a tenere ai margini le discussioni di basso profilo, quali le beghe politiche, le lotte finalizzate ad acquisire spazi nei partiti e nelle istituzioni, gli intrighi e i pettegolezzi di corridoio che sono, invece, il pane quotidiano dei giornali intranei al Palazzo. Giornali che nella loro vocazione scandalistica a tutti i costi, danno, peraltro, una visione deformata della vita dei partiti, nei quali ci sono, invece, tantissimi militanti e dirigenti animati soprattutto da passione e da spirito di servizio.
Alleanza Democratica, però non è solo un giornale. Vuole essere l’espressione giornalistica di Alleanza Solidale, una associazione culturale e politica, un movimento di base al quale possano fare riferimento i cittadini che ritengano di far sentire la propria voce al servizio della collettività su temi di interesse generale. In un periodo di partiti leggeri, la strada più funzionale per fare politica nel senso alto del termine è proprio nel dare un apporto di idee alle analisi e agli approfondimenti dei problemi sul tappeto, nello spirito più autentico dell’art. 49 della Carta costituzionale.. Il dibattito aperto preannunciato dal Partito Democratico e che dovrebbe trovare il suo momento di sintesi nelle “Agorà tematiche” potrebbe essere una prima opportunità di impegno civile che Alleanza Democratica offre ai propri lettori e simpatizzanti proponendo una piattaforma di raccordo fra i cittadini desiderosi di partecipazione e un partito strutturato che ha un ruolo preminente nel Parlamento e nel governo dell’Italia.